Parte il Movimento contro la Disinformazione sui Videogiochi
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Parte il Movimento contro la Disinformazione sui Videogiochi
Segnaliamo questa ottima iniziativa nata su Facebook a seguito dell'ennesimo caso di disinformazione videoludica Italiana. Si chiama Movimento contro la Disinformazione sui Videogiochi, e in pochi giorni si è espansa in tutti le maggiori testa giornalistiche online sui videogames (blog amatoriali compresi). La goccia che ha fatto (finalmente) traboccare il vaso è stata un servizio del TG1 dove venivano associati alla strage di pochi giorni fa di Oslo i Videogames (Ne abbiamo parlato in questa news). Vi lasciamo con il manifesto e il link alla pagina.
Questa Pagina nasce come risposta allo scandaloso servizio del TG1 che ha messo in relazione la strage di Oslo con i videogiochi. In futuro servirà per raccogliere tutte le segnalazioni simili e per raggiungere le istituzioni preposte.
Ecco il nostro manifesto! Dopo un evento traumatico come quello avvenuto in Norvegia, con la strage di decine di ragazzi a opera di uno squilibrato cristiano di estrema destra, tale Anders Behring Breivik, è normale che la società s'interroghi sui perché che l'hanno generato.
Meno normali sono state alcune reazioni della stampa, con quella italiana che si è messa in luce per la pochezza degli argomenti.
Il fatto marginale: Anders Behring Breivik, tra le sue passione, annoverava anche quella per i videogiochi. Di cosa stupirsi? I videogiochi fanno parte del mondo dell'intrattenimento da diversi decenni e crediamo che non ci sia niente di strano o incredibile che un uomo cresciuto in una nazione benestante come la Norvegia ne abbia fatto uso durante gli anni della sua crescita.
Sarebbe anche da far presente che ormai moltissimi individui sono cresciuti, o stanno crescendo usando videogiochi e non hanno fatto e non andranno a fare stragi. Non è un argomento molto intelligente, anche se è parecchio diffuso nel nostro ambiente.
Il discorso è molto più semplice: se dessimo alle passioni o all'ideologia di Breivik un peso identico, allora dovremmo pensare che anche il suo essere un cattolico lo abbia spinto al massacro. Dichiariamo guerra al Vaticano? E vogliamo parlare della musica classica? Hitler era un grande appassionato di musica classica e di pittura figurativa, eppure non mi sembra che dopo la Seconda Guerra Mondiale qualcuno abbia chiesto di mettere sotto chiave la Gioconda o abbia vietato Wagner. Anche Breivik è un appassionato di musica classica, ma in coscienza vogliamo e possiamo dare alla bellezza della musica la colpa di un massacro?
La questione è molto complessa e non è il caso di mettersi a psicanalizzare Breivik con i pochi elementi a nostra disposizione. Anche perché nelle prossime settimane di psicologi e psichiatri d'accatto che tenteranno di spiegare i suoi moventi ce ne saranno a bizzeffe.
In questo senso, l'unico consiglio che possiamo darvi è quello di non affidarvi alle opinioni del primo cretino che s'improvviserà "esperto" o che vorrà dire la sua perché depositario del sacro fuoco della verità. Per esprimere un'opinione sensata su certi argomenti, che non sia il frutto di un rigurgito di banalità, bisogna saperne un bel po'.
Ma torniamo alla stampa italiana. Dopo la lunga e doverosa premessa, come non segnalarvi questo disgustoso servizio del TG1 di Augusto Minzolini in cui la colpa del massacro viene attribuita completamente ai videogiochi (la tesi più comoda, ovviamente)? Oltretutto con argomentazioni così sciocche e superficiali che fa semplicemente pena pensare che siano state espresse in un telegiornale con diffusione nazionale.
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